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sabato 15 ottobre 2011

Questione di fiducia

Stamane, ascoltando il giornale radio, riflettevo su quanto segue:
1 - L'attuale legge elettorale rende possibile l'accesso al parlamento solo mediante nomina diretta da parte della rispettiva segreteria di partito.
2- Siamo alla cinquantasettesima votazione di "fiducia" alla Camera dei Deputati (in altri termini: o votate il provvedimento o si va alle elezioni...)
3- Chi non vota la fiducia, nel caso di nuove elezioni dovrebbe augurarsi di venire ricandidato dal proprio partito...

Siamo già una oligarchia, forse. O una monarchia. E monarchia non vuol essere un doppio senso di cattivo gusto. Giuro.

Da leggere

La sera, a televisore rigorosamente spento, ascoltando New Blood di Peter Gabriel, mi delizio della bella scrittura di Frank Schatzing. Una lettura che arricchisce e diverte, disegnando con tratto leggero il continuum tra chimica, fisica, geologia, biologia...
L'acqua come incubatrice di vita, madre della chimica organica, culla dell'evoluzione.

martedì 24 maggio 2011

Cade la pioggia . . . .

La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto,
scrivi tu la fine:
io sono pronto!
Non voglio stare sulla soglia della nostra vita,
guardare che è finita.
Nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi,
e a ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi,
la strada che noi abbiamo fatto insieme,
gettando sulla pietra il nostro il seme,
a ucciderci a ogni no detto con rabbia.
Gocce di pioggia calda sulla sabbia,
amore,
amore mio,
questa passione, passata come fame ad un leone,
che ha divorato la sua preda e ha abbandonato le ossa agli avooltoi,
tu non ricordi,
ma eravamo noi.
Quei due abbracciati e fermi nella pioggia,
mentre tutti correvano al riparo.
Il nostro amore è come polvere da sparo,
il cuore è solo un battito di cuore,
il lampo illumina senza rumore.
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto,
scrivi tu la fine:
io sono pronto!

lunedì 18 aprile 2011

Orecchiette al pistacchio, radicchio e bottarga

Ecco una delle ultime nostre creazioni ai fornelli:

INGREDIENTI (per due persone)- 150 gr di orecchiette fresche di semola, 200 gr di pistacchi, qualche foglia di radicchio, quattro cucchiani da caffè di bottarga di tonno.

Frullate i pistacchi con un cucchiaio di olio. Preparate un soffritto con cipolla, prezzemolo e trito di capperi e pinoli. Aggiungete le foglie di radicchio tagliate a julienne e la bottarga e lasciate appassire. Miscelate quindi il tutto alla crema di pistacchi e mescolate, aggiungendo di tanto in tanto un cucchiaio di acqua di cottura della pasta.
Cuocete le orecchiette in abbondante acqua poco salata (occhio al sale già presente nella bottarga!). Mantecate le orecchiette al dente con la crema, in padella a fuoco lento ed impiattate, con una spolverata di prezzemolo.

venerdì 15 aprile 2011

Sushi




Abbiamo scoperto questa cucina da poco, o meglio io l'ho scoperta da poco e ho convinto Elrond a seguirmi in questa esperienza.
All'inizio un pò di timore era lecito, quasi dovuto, perchè pensare di mangiare cose crude può lasciare i più interdetti, ma noi siamo sperimentatori da sempre, soprattutto col cibo.

La mia "prima volta" è stata con delle amiche, più per sfida che per vero interesse, e sono rimasta estasiata da quel poco che ho assaggiato.
Così, come ho potuto, ho trascinato Elrond in un noto Ristorante Giapponese della Capitale.

Il locale è molto accogliente ma soprattutto il personale, di ricevimento e di sala, è estremamente attento e gentile, quasi riverente, in tipico stile giapponese. Abbiamo accettato il loro tavolo tipico (leggermente riadattato al fare occidentale, sembra di essere seduti a terra ma in realtà il tavolo è abilmente sollevato!) e abbiamo iniziato a studiare il menù pieno di foto!

Gli ingredienti principali dei piatti erano: salmone, tonno, polpo, granchio, calamaro, pollo, riso, alghe, avocado, cetriolo, carote, germogli di soia.

Che cosa ci aspettavamo?
Niente zuppa di squalo, timballo di medusa o minestra di tritone!!!
Niente di particolarmente strano o esotico. Certo mangiare giapponese a Roma deve equivalere a mangiare italiano a Tokio.
Infatti come altri piatti anche il sushi ha dovuto adattarsi ai gusti alimentari dei paesi in cui si è diffuso, per cui oggi si trovano, in giro per il mondo, tipi di sushi sconosciuti in Giappone composti da capesante, tonno piccante, carne di manzo e di pollo, verdure varie ed anche formaggi. Prendiamo ad esempio il California Roll ( di cui Elrond va letteralmete pazzo!!!) è nato negli Stati Uniti per far accettare l'idea del pesce crudo, in fin dei conti si tratta di un maki con avocado, surimi e cetriolo nel quale lo strato esterno di riso è cosparso di semi di sesamo tostati.

Abbiamo assaggiato di tutto un pò, e nulla ci ha lasciato scontenti.
Fondamentalmente il sushi è cibo a base di riso cotto, condito con aceto di riso, zucchero e sale e combinato con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere cotto, crudo o marinato e può essere servito disperso in una ciotola di riso, arrotolato in una striscia di alga, disposto in un rotolo di riso o ancora inserito in una piccola tasca di tofu.

In Giappone la parola "Sushi" si riferisce ad una vasta gamma di cibi preparati con riso, mentre al di fuori del Giappone viene spesso inteso come pesce crudo o come riferimento ad un ristretto genere di cibi giapponesi, come il maki o il nigiri e il sashimi (che in Giappone non è considerato sushi perchè composto solo da pesce crudo).

E' grande la differenza, nel tipo di riso e nel modo in cui viene cucinato, preparato e servito, con il resto del mondo, anche cinese, che usa molto questo alimento nei propri piatti.
Il riso sushi viene preparato con un riso bianco, dolce a grano corto, viene lavato e cotto seguendo una precisa tecnica e successivamente bagnato con aceto di riso nel quale vengono disciolti zucchero e sale e leggermente scaldato.
Il riso usato è la qualità Japonica ed ha una consistenza diversa dalle tipologie di riso mangiate al di fuori del Giappon. I requisiti essenziali sono la coesione dei chicchi e il grado di asciugatura; se è troppo appiccicoso risulterebbe dolciastro, ma se non lo è sufficientemente rimarrebbe troppo secco.

Le cucine del mondo sono così diverse, per sapori, aromi e materie prime, ma di ciascuna, a mio giudizio, varrebbe la pena fare la conoscenza, anche perchè è la via più semplice e divertente per iniziare ad essere un minimo cosmopoliti.

giovedì 31 marzo 2011

Casa e ufficio

Il
Il mio lavoro mi ha portato per qualche giorno nella splendida Catania.

In albergo, una decina di piloti dell'aviazione militare danese. Volano sugli F16, come si intuisce dai vistosi stemmi che portano con orgoglio sulle tute di volo. Decollando dalla base di Sigonella, partecipano ai bombardamenti sulla Libia.

Li vedo rientrare dal "lavoro", con le stesse facce e gli stessi atteggiamenti di chi lavora in ufficio o in fabbrica. Immagino che per loro possa essere normale. Ma stento ad accettare che un uomo, pur non vedendo il sangue e i brandelli delle vittime degli ordigni che ha lasciato cadere dall'alto del suo velivolo, possa tornarsene alle normali abitudini di ogni sera. Lavarsi le mani, sedere a tavola...e l'indomani ripartire ancora.

Un assassinio rimane tale, anche se commissionato sulla base di una risoluzione ONU. E sento sempre meno voci che lo ricordino.

Abbiamo accettato il fallimento della diplomazia. L'uso della violenza è divenuto uno strumento politico di uso sempre più comune.

Un caccia che sgancia una bomba può suscitare orgoglio (il caccia è italiano e uccide in Libia), umanitario sdegno (il caccia è libico e uccide in Libia) o indifferenza (il caccia è israeliano e uccide a Gaza).

Non riesco ad accettare come una bomba possa essere così tante cose diverse.

sabato 26 marzo 2011

Sogni d'oro


Qualche settimana fa, io e Iris abbiamo fatto una breve escursione a Montalto, uno dei siti nucleari abortiti sul nascere negli anni Ottanta. E' uno dei probabili siti del nuovo programma nucleare italiano.
In questa foto si vede il bunker dei due reattori che avrebbero dovuto essere realizzati accanto alla attuale Centrale termoelettrica Alessandro Volta. Una centrale di seconda generazione, pagata sino all'ultima lira e che non ha mai ricevuto le barre d'uranio, arrestando il suo sviluppo al posizionamento dei relativi contenitori in acciaio.

Credo che pochi italiani siano consapevoli dell'immenso debito che abbiamo con il popolo giapponese. La disgrazia nipponica è stata di portata tale da non permettere che venisse ridimensionata dal network disinformativo di stato. Una catastrofe tale che nessun Ferrara, nessun Fede, nessun Belpietro possano arrogarsi il diritto di smentire, storpiare, coartare la realtà. E allora è il caso di parlar d'altro. Una moratoria di qualche anno impedirà agli italiani di esprimersi al referendum contro l'ennesimo stupro della volontà popolare.

D'improvviso, l'urgenza energetica del Paese, che pareva irrisolvibile senza reattori nucleari, si è dissolta. E poco importa che il prezzo del petrolio sia schizzato alle stelle in conseguenza della crisi libica. Occorre parlare d'altro. Distrarre il bambinone smemorato. Come col Ponte sullo Stretto. Come sulla "sferzata all'economia". Come sulle tre aliquote Irpef. Come su un milione di posti di lavoro. Come sui tempi della giustizia civile. Come sulla certezza della pena (SIC!).

Occorre aspettare che il bambinone si addormenti, riprenda a ciucciarsi il dito, abbracci l'orsacchiotto e...potremo ricominciare e recuperare il tempo perduto.